In questo articolo ti voglio raccontare come, con un solo indicatore finanziario, puoi capire se banche ed investitori istituzionali vedono la tua azienda come un cliente IMPORTANTE da conservare gelosamente o come uno di cui sbarazzarsene.
Certo, hai capito benissimo!!!!
Un solo indicatore finanziario che puoi, leggendo fino in fondo questo articolo, costruirti con davanti a te una calcolatrice o meglio ancora un semplice foglio di excel.
- Stop a tutte quelle analisi con 100 indici di natura patrimoniale, economica e finanziaria di cui non ne comprendi il significato.
- Stop alla produzione di inutili business plan che raccontano che ogni anno crescerai del 30%.
- Stop alla frequentazione di corsi di educazione finanziaria che si spacciano per essenziali per la tua sopravvivenza ma che ti rendono più confuso di prima.
- Stop a tutte le consulenze farlocche da decine di migliaia di euro – che devono convincere le banche a darti soldi – (ma poi scopri non essere state da loro neanche lette).
Un solo indicatore finanziario per sapere se OGGI sei dentro o fuori dal circuito del credito.
Prima di fare questo dobbiamo però fare un piccolo passo indietro e capire chi abbiamo di fronte.
Serve studiare l’avversario o il possibile partner finanziario per capire cosa passi per la sua testa e – senza inutili sforzi – fare breccia nel loro cuore.
In Italia – se vogliamo portare soldi in azienda – per il 90% si parla di banche.
Quando incontri una Banca, un Fondo o qualcuno a cui chiedere denaro per la tua impresa ti avranno detto che l’incontro è importante, certo.
Come ti presenti, cosa dici, quanto sei brillante e come il gestore che hai di fronte si dimostra sveglio e sorridente ha il suo peso.
Ma quest’ attività incide sul risultato positivo, sui soldi che otterrai in prestito, sul costo degli interessi che verrai a pagare solo di un 21%.
Certo, hai capito bene (e in questo caso sono anche stato di manica larga).
Gran parte del lavoro di preparazione al giorno X viene fatto mesi prima ed incide sul risultato finale per un 45% mentre il successivo mantenimento delle condizioni ottenute necessita di molta cura ed attenzione ed incide per il restante 35%.
- Per questo dico che chi ti offre al primo appuntamento risultati immediati per la tua impresa ti sta truffando.
- Per questo sostengo spesso che presentare la tua azienda ad una banca e portarsi a casa le provvigioni senza un minimo di analisi alla base non e’ un lavoro (e NON deve essere per questo pagato).
- Per questo sostengo che presi i soldi dalla banca il gioco non è MAI finito.
Se trascuri il rapporto con il tuo investitore presto subirai quello che stanno subendo le aziende che io definisco finanziariamente distratte:
- tassi aumentati
- garanzie accessorie richieste in corsa e ad integrazione
- fidi revocati senza che tu apparentemente abbia fatto nulla
Sono queste quelle aziende che pensano che solo con il sudore e tanto lavoro si possano ottenere risultati senza la minima pianificazione finanziaria.Spesso l’alto prezzo che pagano – coinvolge e segna PER SEMPRE – anche la sfera personale dei loro fondatori.
Ma tornando allo studio di chi abbiamo di fronte – LE nostre amate BANCHE – diventa importante ricordare che sul sistema italiano, dal quale ricordo dipendono le sorti di tante nostre PMI, le accuse di mala gestione sono varie:
- Hanno comprato titoli tossici,
- Hanno rivenduto ad altri titoli tossici
- La qualità del credito garantita negli ultimi anni è stata uno sfacelo.
Grazie infatti ai soldi concessi “all’acqua di rose” sono emersi nei loro conti ENORMI problemi che gli economisti chiamano NPL.
Si tratta di crediti che le banche hanno in pancia e per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che ammontare dell’esposizione.
Le banche hanno crediti che probabilmente mai incasseranno ma ci sarà una soluzione?
Certo. Li andiamo a cartolarizzare!!!
Che significa?
La cartolarizzazione è la cessione di crediti di una società (solitamente una banca) definita tecnicamente originator, attraverso cui si costruiscono emissioni con la trasformazione del credito (securitization) in titoli obbligazionari, che sono poi collocati presso il pubblico.
In sostanza con la cartolarizzazione il rischio di credito viene trasferito dalla banca agli obbligazionisti.
Sono 27 i miliardi che MPS vuole cartolarizzare.
La più grande cartolarizzazione della storia.
Ma come hanno fatto questi crediti a diventare NPL?
Beh… se sei una banca e finanzi Cooperative, aziende come la Tirrenia, il Manifesto che non sono certo perle finanziarie (magari dietro un compenso ricevuto sotto banco da amici degli amici) il gioco è presto fatto.
E non possiamo mica addossare tutta la responsabilità al dipendente che ha deliberato!
Che sia stato il Direttore Generale o l’ultima ruota del carro a concedere soldi allegramente che importa?
Lui alle 17 stacca e la banca alla fine non è mica sua, o sbaglio?!
Come avrai compreso la cartolarizzazione non è soluzione ma solo uno spostamento del problema da un parte verso un’altra.
Il vero modo per riparare a questo strappo – ed evitare che si ripeta – è quello di introdurre maggiori controlli ed una normativa rigorosa sulla concessione del credito.
E quindi di chi è il problema?
Su chi incideranno queste NUOVE e rigide regole ?
Non certo delle banche.
Il problema è (e sarà) soprattuto delle aziende che in fretta e furia dovranno adeguarsi al feroce cambiamento ed inasprimento delle regole.
Bene…
Come anticipato all’inizio di questo articolo voglio farti capire come comprendere queste nuove regole non sia poi così difficile.
Devi pazientare perchè manca però un ultimo tassello del puzzle necessario alla tua comprensione.
Finora abbiamo della banca (con la quale ricordo dobbiamo come Impresa sempre confrontarci) solo affrontato i problemi di natura patrimoniale (i crediti deteriorati si trovano li) ma non quelli di natura economica!!!
Ma anche il conto economico (ricavi meno costi) delle banche merita ENORME attenzione.
E’ arrivato il momento di capire i suoi numeri – visto che loro hanno sempre fatto le pulci sui tuoi – e prendersi questa piccola rivincita.
Quando ti diranno che il tuo rating è sceso potrai controbattere domandando per esempio che fine ha fatto il loro?!
Se non vuoi perderti questa occasione continua nella lettura.
I margini d’interesse delle banche oggi sono ridotti ai minimi termini.
Perchè?!
- Se deposito i soldi in BCE prendo MENO dello 0,4%.
- I titoli di Stato (tedeschi) sono negativi e i nostri non fanno molto meglio.
Le obbligazioni societarie cosa offrono invece?
Nulla o quasi nulla.
La NESTLE’ è stata la prima società nella storia ad aver emesso un’ obbligazione a tasso negativo.
Rendimento : -0,004%.
Nel mondo del credito i guadagni sono risicati e le filiali non hanno più senso di esistere.
Oggi fai tutto on-line.
Una recente statistica dice che l’età media di chi va in filiale è 57 anni.
Ma quindi tra 10 anni chi trovo in filiale?
Nessuno…
Le filiali avranno la stessa sorte delle cabine telefoniche, la stessa di Blockbuster.
Che te ne fai delle filiali che mangiano costi fissi ogni giorno?
Barclays ha pagato CHE BANCA per prendersi le sue filiali in gestione.
Ripeto:
Barclays ha pagato CHE BANCA per prendersi le sue filiali in gestione.
Suona strano vero?!
Ad aiutarci arriva poi la Fintech.
Una trasformazione digitale che travolge le banche e i suoi innumerevoli costi fissi.
Il bancomat sparirà.
Blockchain e Roboadvisor il futuro..
Chi se ne frega del circuito Maestro.
E tutte le nuove commissioni sulla MONETICA chi se le prende?
I nuovi operatori non certo le banche.
Facebook la capofila, seguono Apple e Google.
Ho ultimamente provato per miei clienti nuovi operatori finanziari che ti rispondono in 3 giorni via Skype.
Acquistano le tue fatture al 90% e in 48 ore hai i soldi sul conto.
Altro che rivolgersi alle banche…
Delibera, documenti, istruttoria, firme, incontri, responsabile crediti, le faremo sapere, servono garanzie, manca l’ok del Fondo centrale, il Confidi è fallito nel frattempo, aspettiamo il provvisorio, il deliberante è in ferie, ecc, ecc
per poi, dopo 4 mesi, prendere un NO.
E allora in mezzo a tutto questo cosa rimane per alimentare i ricavi delle banche?
Rimangono le aziende…
Ma se tutti vanno sulle aziende e sui privati lo spazio d’azione diventa un piccolo acquario con dentro enormi squali disposti a scannarsi a colpi di spread.
Perché oggi gli spread sono da prefisso telefonico.
Oggi in banca – se non lo sai – ci sono grosse opportunità per i clienti buoni.
E’ OGGI il miglior momento della Storia per fare provvista di denaro.
C’e’ una guerra sullo Spread e sul mutuo mai fatta prima.
Vieni da me…fai la surroga…non ci sono penali…chiudi il mutuo e traslochi dalla tua vecchia banca alla mia senza penali.
In macchina stavo svenendo quando ho sentito alla radio una banca che offriva un mutuo dove per i primi 2 anni non paghi nulla.
2 anni di pazza gioia..poi arrivano le rate e se ti sei dato alla pazza gioia che succede?!
Ma ATTENZIONE che in questo posto affollato di operatori finanziari gli stessi devono essere più bravi a fare qualità del credito.
E chi controlla che questo avvenga?
L’ASSET QUALITY REVIEW.
L’Asset Quality Review, ovvero la revisione della qualità degli attivi delle banche tramite un vero e proprio check-up sui loro bilanci…
Banca d’Italia su banche minori o la BCE sulle grandi banche spulceranno al centesimo i loro crediti.
Ed ecco la novità che può davvero interessarti.
Sapete come verificare se un cliente, un credito, un attivo in bilancio di una banca è buono o no?
I controllori certificati a livello Europeo (si chiamano Regulators) chiederanno alle banche di monitorare i dati finanziari dei propri clienti.
FINALITà: Ai fini della capacità di un’impresa di essere un buon cliente in grado di gestire le eventuali criticità bisogna decidere se un’azienda è gone to concern o going to concern.
Cosa vuole dire?
Facciamo un po’ di coniugazione della lingua inglese.
GONE: Participio passato del verbo andare. Andato, morto (che magari cammina ancora per pochi passi). Azienda GONE TO CONCERT
I’AM GOING : Present Continuous. Serve per descrivere un’ azione futura programmata e pianificata. Ho futuro. Azienda GOING TO CONCERT
La sorpresa è che per definire da quale parte stai per una banca l’indicatore finanziario interessato è uno e UNO solo.
L’indicatore finanziario che la BCE ha trasferito alle banche per decidere se un cliente è Performing o non Performing.
PS: E attenzione non sto parlando di un cliente che sconfina, non paga, fa ritardi.
Il cliente può essere Non Performing anche in una situazione che non da apparentemente segnali perché – l’esperienza oggi ci insegna – che quando arrivano i segnali è troppo tardi!!!
Oggi la prudenza è talmente alta che le banche vogliono fermarsi prima.
L’indicatore finanziario che ci aiuta a monitorare e prevenire che il cliente diventi CRITICO è il Debt Service Coverage Ratio.
Sono diverse le formule in circolazione ma questa è quella più semplice e che preferisco.
Come Costruirlo?
Al numeratore avremo per il periodo interessato:
EBITDA o MOL (ricavi meno costi da CONTO ECONOMICO)
Somma delle rate dei leasing pagate nel periodo di riferimento.
Questo perchè il nostro bilancio è molto strano.
Il leasing non è contabilizzato come un debito con il suo relativo cespite ma vissuto come un costo d’ esercizio;allora dobbiamo aggiungerlo visto che nel nostro MOL è stato così contabilizzato. Lo risommiamo e neutralizziamo così il suo effetto.
A questo aggiungiamo la variazione del circolante.
Il Capitale Circolante Netto è un margine di natura patrimoniale costituito dalla differenza tra le Attività Correnti meno le Passività Correnti, in altri termini da (Rimanenze + Liquidità Immediate + Crediti a Breve Termine) meno (Debiti Finanziari + Debiti a Breve Termine).
Per avere la variazione servono 2 intervalli di riferimento (di solito 2 bilanci).
Per capirci:
Se il CCN dal periodo T-1 al periodo T è cresciuto la differenza assorbe liquidità (segno negativo).
Se il CCN dal periodo T-1 al periodo T si è ridotto la differenza libera liquidità (segno positivo).
Questo costruito al numeratore è un indice di redditività operativa puro (visto che non ci sono gli investimenti straordinari) dal quale togliamo alla fine le tasse.
Perché le tasse vanno considerate nella nostra programmazione.
Conosci per caso aziende che non hanno fatto questa riflessione ed alla fine le incontri e mortificate ti dicono:
Che dovevo fare? C’era la crisi e/o pagavo i dipendenti o pagavo le tasse?!
Io ne incontro molte, anzi troppe per i miei gusti e sul mio Canale YouTube trovi testimonianze a riguardo.
Tornando a noi ecco nel caso specifico cosa mi interessa farti capire…
Tutte le altre formule che usano ad occhio nudo altri operatori per calcolare i flussi di cassa sono sbagliate.
Non servono a molto.
Se avessimo usato come indicatore finanziario il solo Margine Operativo Lordo saremmo stati troppo approssimativi.
Il MOL non è un flusso di cassa perchè non ha una variazione patrimoniale vicino.
Per capirci…
Se aumento il fatturato il MOL cresce ma se i crediti non si trasformano in denaro (visto che i clienti non mi pagano) con cosa pago le rate del mutuo?
Ecco la regola da stampare nella pietra:
Non puoi non usare una variazione patrimoniale se parli di flussi di cassa.
Quindi l’indice che abbiamo al numeratore mi dimostra che l’azienda genera flussi di cassa.
Perché è questo lo scopo di un’azienda ricordi?
Lo scopo di un’ azienda è generare flussi di cassa…soldi.
Non esistono altre finalità nobili.
E cosa deve fare questo flusso di cassa per essere sicuro che la mia azienda vada bene nel prossimo futuro?
Deve coprire (il mio denominatore) definito servizio del debito annuo (inclusi i leasing)!!!
Deve saper pagare appieno tutti i miei debiti.
L’azienda produce un flusso di cassa che è maggiore del debito di quote capitale, interessi dei miei finanziamenti (piu’ leasing).
Il Debt Service Coverage Ratio e’ uno e uno solo ma importantissimo indicatore finanziario che dimostra EQUILIBRIO.
E’ talmente usato che la BCE lo ha fatto diventare una regola.
La BCE riguardo al Debt Service Coverage Ratio dice che:
Se l’indice è superiore a 1,1 e quindi tu produci un Cash Flow del 110% superiore ai tuoi impegni – hai un margine del 10% di sicurezza – allora va bene.
Da li in su tutto quello che arriva è buono.
Se è sotto questo valore:
- anche il cliente buono in centrale rischi,
- che paga tutti
- e ha sempre fatto così
diventa Impairment Trigger (futuro e molto possibile credito deteriorato).
DEVI quindi come banca RICONSIDERARE IL CLIENTE ANCHE SE STA PAGANDO TUTTO.
CON Debt Service Coverage Ratio = 1 il cliente PAGA TUTTO, vero.
Ma non NON BASTA!!
E allora quando questo valore scende a questi livelli al gestore banca si accende una lucetta rossa nel suo pc e deve chiamare il cliente e correre subito in azienda per CAPIRE COSA SUCCEDE.
E se non trovi spiegazioni valide (o riserve di liquidità straordinarie in azienda) la regola è quella di ridurre subito il credito con questo cliente facendoti rimborsare alla svelta (prima che lo facciano altre banche o altri creditori).
Ecco cosa succede oggi in banca.
Ecco uno (non il solo) dei motivi per cui il tuo credito concesso anni fa con estrema facilità dalla banche oggi deve essere revocato.
Scaricarti OGGI prima che tu diventi futuro problema domani resta la soluzione migliore per la banca.
Non ci sono se, non ci sono ma.
Ma quindi per evitare tutto questo cosa puoi fare come azienda?
Prima di far uscire un bilancino e mandarlo serenamente in banca o depositare il definitivo fare ASSOLUTAMENTE queste verifiche.
L’azienda perfetta maneggia i dati tutto l’anno, li rielabora sapendo che le sistematine dell’ultimo minuto – fatte dal tuo ragioniere di fiducia – non bastano.
Manipolare il Debt Service Coverage Ratio con il commercialista di fiducia non è possibile.
Se maneggi a occhio nudo il tuo bilancio e – per farlo sembrare più bello – aumenti il MOL usando il magazzino (ovvero quel cuscinetto usato fino a ieri dai commercialisti per gli aggiustamenti di fine anno) nel Debt Service Coverage Ratio questa variazione viene in termini di liquidità disponibile – come è giusto che sia – riassorbita della variazione del circolante.
Maneggiare la cassa è difficile…
A Parma qualche anno fa ci sono riusciti ma è una triste storia che non rientra tra quelle che amo raccontare.
Secondo BCE ……
se il Debt Service Coverage Ratio è pari a 1 si verificherà presto una difficoltà finanziaria e allora giusto ridurre il credito disponibile.
Una buona attenzione su questo dato mi permette di capire prima di andare in banca se posso chiedere denaro, quanto e perché.
Un unico indice finanziario che puoi farti in casa avendo davanti un foglio di excel o una calcolatrice.
Tutti i gestori e responsabili crediti delle banche lavorano oggi con questo strumento sotto mano.
Errore GRAVE pensare che altri operatori finanziari che magari non fanno parte del circuito banca ragionino diversamente.
Loro sono dal punto di vista analisi anche peggio.
Ora puoi decidere che queste informazioni non siano per te importanti e aspettare la chiamata della banca volta a rivedere il vostro rapporto o puoi rimboccarti le maniche, smettere di guardarti le punte delle scarpe e dimostrare che hai capito:
- le nuove regole che muovono oggi il credito.
- che non c’e’ mai stato nella Storia un momento così favorevole per scontare condizioni d’accesso al credito positive
- che come ogni sport che si rispetti – dietro ai 90 minuti dove ti giochi tutto – c’e’ tanto allenamento, sudore oltre che una strategia.
Se vuoi conoscere a fondo come fare lascia i tuoi recapiti a questo link.
https://bilancioutile.com/contatti/
Sarai richiamato e potrai finalmente conoscere cosa si nasconde dietro il Metodo BILANCIO UTILE.
– Non è una ricetta magica che risolve tutto in 15 giorni.
– Non è un pass per avere soldi subito.
e un metodo sano e valido per avere futuro, piu’ soldi e alle migliori condizioni da banche ed investitori istituzionali.
Grazie per aver letto fin qui il mio articolo.
A presto e Buon futuro.
PS: Se l’articolo ti è piaciuto non dimenticarti di lasciare il tuo commento in fondo alla pagina.
Molto interessante!
Grazie mille Federico.
Grazie a te per i contenuti continui che pubblichi. Sei di grande aiuto per tutti gli imprenditori!
Grazie Federico. Non sono il solo. I consulenti preparati sono molti. Farsi ascoltare la resta la vera impresa. A presto
Interessantissimo questo articolo.
In effetti l’indicatore espresso dal Dottor Tescari è sicuramente uno dei più significativi e quello attualmente più sotto osservazione da parte degli analisti finanziari.
E’ però a mio avviso importante effettuare delle considerazioni più ampie in merito a questa tendenza sempre più in voga nel voler accostare un merito creditizio a dei semplici punteggi piuttosto che a dei singoli indici.
Questa tendenza, sempre più accentuata a decorrere dall’introduzione di “Basilea 2”, è conseguenza della volontà di comprimere ai minimi termini il lavoro (inteso come tempo) di chi deve concedere del credito alle imprese, limitandone il più possibile la soggettività della valutazione.
La mia personale opinione però è che non ci sia stato un beneficio nei termini di qualità del credito erogato. Probabilmente proprio perché manca ormai, per scelta, negli istituti di credito la competenza, la capacità e oserei dire anche la volontà di valutare l’azienda e la sua capacità di fare fronte agli impegni in maniera approfondita.
Ho incontrato proprio questa settimana un’azienda che ha un rating con le proprie banche piuttosto meritocratico ma che probabilmente non arriverà a chiudere il 2017.
Per contro lo scorso anno mi sono imbattuto in un’azienda messa a rientro da 3 istituti affidanti su 4 che invece godeva di ottima salute.
Nella fattispecie tornando in tema il DSCR, ripeto, è sicuramente valido. Ma va contestualizzato. Come tutti gli indici.
Prima di tutto perché le componenti dello Stato Patrimoniale (in particolare in questo caso il C.C.N.) potrebbero essere fuorvianti per definizione in quanto rappresentative di una fotografia di un momento storico: quella al 31.12. di un determinato esercizio e potrebbero essere mutate radicalmente già il mese successivo.
Ad esempio una diminuzione del C.C.N. tra due esercizi è vero che potrebbe significare una generazione di cassa ma potrebbe anche significare una drastica diminuzione di fatturato nell’ultimo periodo dell’anno oppure un banale intervento di “window dressing” sui crediti magari ceduti in pro soluto.
Per contro una variazione in incremento del C.C.N. se è vero che potrebbe significare in astratto un assorbimento di cassa è altrettanto vero che potrebbe significare un importante incremento del volume d’affari a cavallo del fine anno su crediti incassati magari la settimana dopo la chiusura del bilancio.
Ritengo che il valore aggiunto di un CFO, piuttosto che di un consulente specializzato, sia proprio quello di fornire al ceto bancario le spiegazioni e le giustificazioni in forma scritta su determinati scostamenti rispetto ai parametri che l’attuale dottrina ritiene inderogabili.
Rigorosamente in forma scritta perché, purtroppo, quasi mai i gestori attuali capiscono dove nasce l’anomalia e conseguentemente non riescono poi a giustificarla adeguatamente ai colleghi dei crediti, con i quali io noto uno scollamento sempre più importante.
Grazie mille Roberto. Ottima analisi e ottima integrazione. Come dici tu il processo è proprio quello di portare tutte le valutazioni del merito del credito in forma standardizzata.
E’ un processo che possiamo fermare? Dubito davvero. Come ho scritto in un precedente articolo “pesce piccolo e veloce mangia pesce grosso e lento”.
Le banche lo sanno e si stanno snellendo con enormi difficoltà e al tempo stesso dovranno ridurre al minimo i tempi di risposta. Sei un numero. O dento o fuori. A te capire come lavorare per essere il numero che sta dentro. Non lo reputo un ragionamento giusto perché – come indichi con la tua esperienza – cantonate se ne possono prendere ma tornare indietro non lo reputo possibile.
Muoviamoci per essere dei numeri che nella macchina banca piacciono.
A presto.
Estremamente interessante e costruttivo
Grazie Mille Angelo per il tuo apprezzamento!!!
Illuminante.Ma ho un dubbio.
Dimmi Elisabetta. Se possibile sono qui per chiarire qualsiasi tuo dubbio.
MI pare un articolo molto interessante e pratico. Non sono uno specialista, ma dirigo una PMI e ne farò buon uso. SOno arrivato su questo sito proprio perché stamattina una Banca mi ha chiesto un business plan, per sostenere una richiesta di finanziamento, in quanto “noi poi calcoliamo il DSCR e, se rientra entro certi valori, approviamo il prestito, se no ….” se no mi ha detto che allunghiamo la durata del rimborso, visto che siamo un’Azienda ben valutata.
Comunque si ha veramente l’impressione che il giudizio della persona sia irrilevante
Grazie Giuliano per il tuo apprezzamento. Se servisse aiuto per la redazione di un Business Plan credibile scrivi a info@bilancioutile.com
Sul sito http://www.bilancioutile.com trovi anche le date del prossimo evento. Guarda se può interessare partecipare.
A presto.
Ottima Sostanza, solo i *Beautiful Minds* possono semplificare le regole fondamentali per il merito creditizio. CHEAPEAU Alessandro.
Grazie milel Hassan.I Beautiful Minds non mancano mai.;)
Interessantissimo articolo, molto utile e da mettere in pratica (l’impostazione del calcolo del DSCR) immediatamente. Un solo dubbio: come previsto anche dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa, il valore del DSCR ha più senso se determinato su valori prospettici (prossimi 6/12 mesi), piuttosto che su dati storici (Bilancio e/o Situazioni Provvisorie infrannuali), soprattutto in periodi “particolari” come quello attuale. Come fare a determinare, con una sufficiente approssimazione, il valore di alcuni parametri utilizzati nel calcolo dell’indice (soprattutto le variazioni del CCN) se l’orizzonte temporale è troppo lungo ? Non sarebbe più opportuno limitare ad un orizzonte temporale di 3 mesi il calcolo del valore prospettico dell’indice ? E, in questo caso, le banche non dovrebbero richiedere situazioni aggiornate con cadenza più frequente ? Io credo che, in questo modo, si “obbligherebbero” anche le PMI (nell’accezione italica del termine) a sviluppare una attenzione (e, quindi, competenza) necessaria ad affrontare l’evoluzione del mercato creditizio.
Ottimo spunto Federico. Il calcolo a 6 mesi diventa una chimera per chiunque anche per le aziende più organizzate (ricordo che alcune, sopratutto le più piccole, sono esonerate dal codice della Crisi) . Non facile visti gli imprevisti che ci sono nel mondo odierno avere un dato corretto con prospettive di visione a 6 mesi. Purtroppo usi una parola corretta: obbligo. Tenere conto del proprio DSCR a 3 mesi (o 6 mesi) non dovrebbe essere un obbligo ma dovrebbe la tua “coscienza di imprendiotore” portarti alla sua definizione e controllo che, vero non sarà mai perfetto al centesimo, (visto come cambia il mondo alla velocità della luce), ma certamente aiuterebbe molto nel prevenire qualsiasi crisi di liqudità. Un mondo ideale dove le aziende in questo caso andrebbero in banca – PRIMA – di averne bisogno (e non dopo). E guarda caso ti assicuro, visto che ho lavorato in un ufficio crediti di una piccola banca da giovane, otterebbero più facilmente credito. Resta il fatto che dal 1 gennaio 2021 l’inasprimento delle nuove regole sul credito non potrà che peggiorare le cose portando, come direbbe Gaber “per forturna o purtroppo”, questo obbligo a diventare necessità. Io resto fiducioso. Vedo imprese sempre più attente e preparate e questo mi fa ben sperare. A presto e grazie e complimenti per il tuo intervento.