Quali sono le differenze tra mutuo e leasing?
Molto spesso le idee sono molto confuse e la scelta ricade seguendo teorie che vedono solo nel risparmio fiscale la soluzione senza prendere in esame altri interessanti spunti di riflessione.
In questo articolo vorremo proprio trattare in maniera definitiva le differenze tra mutuo e leasing in modo da permettere una scelta consapevole dello strumento finanziario corretto da utilizzare considerando anche lo stato in cui si trova l’impresa e quali sono le sue vere finalità nel momento in cui si fa tale scelta.
La prima cosa da chiarire, quando bisogna finanziare la propria impresa e valutare le differenze tra mutuo e leasing, è che il debito bisogna contrarlo per acquistare attivi, ovvero beni che andranno nella parte attiva dello Stato Patrimoniale e non, come spesso succede, fare debiti per sostituire altri debiti. Sostituire debito con debito non è mai buona cosa come – non è mai cosa buona – non sapere (o prendere con leggerezza) la durata del finanziamento onde evitare, proprio per aver ragionato con approssimazione, di avere le corrette coperture.
Il caso più emblematico è quello di finanziare un macchinario che ha una durata utile di 7 anni con un finanziamento a 5.
In questo caso le rate potrebbero essere particolarmente elevate e la capacità di rimborso non essere subito disponibile visto che il nuovo macchinario ci metterà un pò per essere produttivo. In questo caso oltre alla valutazione di un pre-ammortamento (periodo iniziale in cui pago solo le rate interessi) potrebbe essere necessario in corso d’opera rivedere il piano di ammortamento allungandolo magari di altri 3 anni.
Considerando che non è mai cosa buona rinegoziare un debito con la banca, (perché di fatto significa ammettere uno stato di più o meno grave difficoltà), in questo secondo caso al termine del settimo anno ci sarà un altro problema peggiore del primo ovvero quando il finanziamento era di 5 anni.
L’azienda avrà un bene obsoleto (aveva durata sette anni) ma avendo allungato il finanziamento di altri 3 anni e portando quindi il finanziamento ad 8 l’azienda si troverà un bene vecchio e da sostituire, mentre il percorso di ammortamento del finanziamento proseguirà per un altro anno, con il rischio che l’azienda si trovi in futuro a dover stipulare un nuovo debito che le consenta, da un lato di rinnovare i macchinari, e dall’altro di rimborsare i pagamenti del vecchio finanziamento ancora in essere che legati ad un bene inutilizzabile non generano più ricavi.
Facendo così si sostituisce del debito con altro debito senza avere le adeguate coperture tra gli attivi. Significa che senza accorgercene saranno altri attivi a dover pensare ad estinguere tale passività semplicemente per un nostro errore di improvvisazione o faciloneria.
Questo non deve essere fatto perché crea un effetto sofferenza che cresce nel tempo ed è destinato prima o poi ad essere affrontato.
Ad ogni necessità finanziaria deve corrispondere il corretto uso dello strumento finanziario adatto e le giuste durate. Il breve finanzia il circolante mentre il medio lungo termine finanzia investimenti duraturi questo per evitare proprio crisi di liquidità e sofferenze nei conti della nostra impresa.
Differenze tra mutuo, prestito e leasing
Ora compreso come l’aspetto decisionale di scegliere tra le diverse tipologie di passività necessiti di un attento studio dell’investimento da finanziare e anche utile comprendere le principali differenze tra le più diffuse modalità di finanziamento a medio lungo termine che sono il mutuo, il prestito ed il leasing.
- il MUTUO è una tipologia di finanziamento, di solito utilizzata per finanziare investimenti di natura immobiliare a medio/lungo termine con durate che vanno sino a 20/30 anni assistiti da una garanzia quale l’ipoteca sull’immobile oggetto di investimento. Di norma, le banche e gli istituti di credito tendono a finanziare l’investimento immobiliare industriale in misura pari al 60/70% del valore (o, se inferiore, del prezzo di acquisto) dell’immobile. Tale limite in alcuni casi può essere superato, raggiungendo il 90% del valore dell’investimento a seconda della condizione oggetto del bene e dove ubicato. In questo caso scegliendo il mutuo la proprietà del bene diventa subito mia e posso inserire l’immobile tra gli attivi di bilancio oltre che disporre del bene come voglio vendendolo o apportando migliorie (cose che con il leasing non risultano così facile da eseguire). La restituzione del mutuo avviene mediante il pagamento di rate (comprensive di capitale ed interesse) con cadenza periodica, secondo il piano di ammortamento previsto dal contratto.
- il FINANZIAMENTO chirografario è una tipologia di finanziamento a medio termine, che si caratterizza per una durata da 24 sino solitamente al massimo a 60 mesi, di norma non direttamente garantito, ovvero non assistito da ipoteche o pegni su specifici attivi o da firme personali, poiché può essere utilizzato sia per far fronte ai fabbisogni di liquidità del circolante, sia per finanziare investimenti in immobilizzazioni. Non prevede quindi che siano concesse garanzie reali (come l’ipoteca sugli immobili), ma può prevedere alcune forme di garanzia accessorie, quali fidejussioni personali dei soci o amministratori e/o garanzie statali, rilasciate ad esempio dal Fondo Centrale di Garanzia-MCC, da SACE o alcuni Confidi. Uno dei vantaggi è la flessibilità nell’utilizzo delle risorse visto che il finanziamento non è sempre collegato ad un investimento, pertanto l’impresa può utilizzare le risorse per qualsiasi esigenza quale ad esempio finanziare il magazzino. La restituzione del prestito avviene mediante il pagamento di rate (comprensive di capitale ed interesse) con cadenza periodica, secondo il piano di ammortamento previsto dal contratto. In alcuni casi è possibile che l’istituto di credito conceda un preammortamento di 6-12 mesi, ovvero un periodo di tempo in cui si pagano solo gli interessi e non il capitale. Sia per il mutuo che il finanziamento è importante ricordare che l’IVA non risulta finanziabile e quindi il 22% del valore del bene che acquisto dovrò inizialmente trovarla tra le mie disponibilità liquide.
- Il LEASING, ovvero il contratto di locazione finanziaria, è un’altra modalità di copertura dei fabbisogni finanziari aziendali derivanti da investimenti in immobilizzazioni materiali, sia strumentali che immobiliari. La sua particolarità è che il bene non è acquistato dall’azienda, ma dalla società di leasing attraverso la stipula del contratto di locazione finanziaria, la società di leasing acquista in proprio il bene e lo concede in locazione all’azienda che lo può usare nella propria attività e si impegna a corrispondere alla concedente:
- un canone iniziale denominato ‘maxicanone’, alla data di stipula del contratto che varia dal 10 al 20/30%;
- una serie di canoni periodici per una durata massima solitamente di 59 mesi nel caso di leasing strumentale;
- un canone finale di riscatto, con il quale, previo pagamento dello stesso, l’azienda utilizzatrice ha la facoltà (e non l’obbligo) di acquisire la proprietà del bene precedentemente locato. Il limite a livello di bilancio sta nel fatto che al riscatto iscriverò il bene per questo valore tra gli attivi e questo valore, spesso molto basso rispetto al reale valore, necessita in seguito di una rivalutazione.
Il maxicanone, solitamente il 20/30% del valore del bene, serve alla società di leasing per ridurre il rischio abbassando la somma investita, mentre il canone finale di riscatto consente di rendere le rate più leggere “spostando” parte del rimborso del capitale alla fine del finanziamento. Ove l’operazione fosse fatta dal leasing sarebbe quest’ultimo a sborsare l’imposta sul valore aggiunto per poi ri-addebitarla attraverso i canoni periodici (i canoni di leasing, infatti, vengono fatturati con IVA.
Il vantaggio del leasing sta nella deducibilità fiscale visto che il bene acquistato in leasing, sopratutto per aziende che vogliono ridurre gli utili, permette di dedurre i canoni con costi deducibili più alti del singolo ammortamento che si avverrebbe dall’acquisto di un immobile o macchinario.
La scelta o le differenze tra mutuo e leasing dipendono quindi:
- dal voler mantenere la proprietà di diretta del bene,
- dalla possibilità di spostare parte del debito alla fine del contratto attraverso il canone di riscatto leasing,
- dalle opportunità fiscali che si sceglie di percorrere,
- dalla disponibilità economica che si ha come impresa per finanziare il maxi canone iniziale o l’IVA.
Ultimo aspetto valutativo potrebbe essere quello legato alla Finanza Agevolata visto che alcune Agevolazioni premiano entrambe le forma di Finanziamento (Vedasi la Sabatini) mentre altre escludono la formula del leasing e sono solo sotto forma di finanziamento a fondo perduto o tasso agevolato (vedasi operazioni per esempio con Invitalia).
Bene, ora che sono chiare le differenze tra mutuo e leasing mi auguro tu possa fare come imprenditore per il tuo futuro la scelta con la giusta consapevolezza.
Per qualsiasi dubbio o richiesta di assistenza ti invito a contattarmi sul mio sito www.bilancioutile.com
A presto.
Dott. Tescari.