La colpa è della banca? No, ecco perché…

Da ormai troppo tempo ovunque ci giriamo (se parli di BANCA poi) lo scenario non è certamente confortante se si pensa a quello che sarà il nostro futuro in questo Paese.

Se entro in un bar per bere un caffè, e sono girato verso i tavolini, si parla del fatto che NOI giovani le pensioni mai le vedremo e che oggi stiamo lavorando per pagare quelle dei nostri genitori.

Ed effettivamente – anche se i discorsi da bar non sono la mia massima fonte di ispirazione – come non dare torto?!

 Tito Boeri, presidente dell’INPS ha recentemente affermato che “le persone nate nel 1980 dovranno lavorare più a lungo, anche fino a 75 anni, e prenderanno una pensione che in media sarà inferiore del 25% rispetto a quella percepita dagli italiani nati tra gli anni ’40 e ’50“.

Il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituito (presieduto proprio da Boeri) ha indicato in 11,2 miliardi di euro il disavanzo economico stimato per questo esercizio.

Due miliardi in più rispetto a quello registrato nel 2015.

Conti futuri dell’INPS da allarme rosso e nessuna soluzione legislativa intervenuta.

Se mi giro per pagare il barista, mentre emette lo scontrino, mi parla della pressione fiscale insostenibile che oggi, calcolata ed alleggerita della parte riconducibile al sommerso economico e alle attività illegali (211 miliardi circa), rende il “voler fare Impresa” un mestiere insostenibile.

Ecco 2 dati sulla pressione fiscale in Italia

2015             UFFICIALE     43,7%                   REALE      50,2% (*)

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati ISTAT
(*) stima

Finita la mia incoraggiante colazione me ne esco, salgo sul mio FREEMONT grigio ed accendo la radio per ascoltare un po’ di musica ma da una stazione all’altra non si parla che di DISOCCUPAZIONE, GOVERNO LADRO ED ESODATI.

Spengo tutto, parcheggio nel solito garage a Milano e sono arrivato in ufficio dove mi posso dedicare a quello che penso di saper fare:

gestire la salute finanziaria delle imprese, il loro rapporto con la banca e la stretta del credito alle imprese.

Il maggiore focolaio dell’attuale crisi è assolutamente legato:

  • alla crisi delle banche,
  • all’allarme sul livello della loro liquidità,
  • ai salvataggi di grandi banche all’estero
  • al fallimento delle prime banche italiane

con tentativi poco riusciti di riportare serenità e chiarezza.

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le 3 cose che stanno succedendo in banca

Le alterazioni prodotte dalla crisi nel sistema bancario sono marcate, di lunga durata e si ripercuotono velocemente sul sistema imprese, in quanto, in Italia il sistema Imprese è (che vi piaccia o no) DIPENDENTE dal credito bancario.

Imprese dipendenti

 

Si, proprio cosi’?!

In Italia oggi se vuoi fare Impresa devi andare d’accordo con la banca.

Per questo oggi sono 3 i punti fermi sui quali serve concentrare l’attenzione.

1) Le scorte di credito si stanno abbassando.

Non fatevi sviare da messaggi diversi e statistiche volutamente errate: ci sono forti ed irreversibili motivi che costringono le banche di tutto il sud Europa a ridurre i finanziamenti erogati alla clientela.

Altro che nuova iniezione Litro della BCE.

Le 3 cose che stanno succedendo in banca 5

Cosa se ne fanno di altro denaro?

Si deve ridurre il volume degli impieghi. Punto.

Nel mercato imprese, ormai polarizzato tra imprese ancora in salute ed imprese in salute precaria (o con rating in caduta libera), questo significa che a volume invariato (crescita zero) il credito si sposterà verso le imprese buone per essere tolto alle imprese ‘che non ce la fanno.

 

Per queste ultime imprese è fondamentale varare subito piani di emergenza che sappiano valutare l’impatto di una riduzione dei fidi a breve e del blocco nella concessione di nuovi finanziamenti a lungo termine.

Le moratorie approvate (dove si allungavano i finanziamenti in essere facendo solo pagare la quota interesse come valvola di respiro) erano un piccolo BREAK per rimettersi in forma.

Oggi i Direttori di banca stanno girando con i relativi gestori nelle aree industriali suonando i campanelli delle Imprese – non per fare sviluppo come un tempo – ma per chiudere i rubinetti del credito.

 

In questi casi – se l’unica alternativa che hai come imprenditore è non farti trovare – ti avviso che saranno guai…

Non funziona come strategia e i fidi ti verranno comunque ridotti tramite A/R con ricevuta di ritorno. 

Secondo punto: 

2) Il costo del credito rimane elevato.

Vedi in macchina alla rotonda andando al supermercato cartelli che sparano tassi zero per finanziare l’acquisto della tua prima casa?!

Bella operazione di marketing che come spesso capita copre la triste verità.

Quel tasso vale solo se al massimo rilasci come garanzia gli stessi soldi investiti (come aveva capito il buon Benigni in un video comico targato 1983 )

Metti 100 e otterrai 100 ad un ottimo tasso.

Nessuno ti regala niente.

Ci sono motivi validi e permanenti che inducono la banca a tenere prezzi/costi molto elevati sui finanziamenti alle imprese.

  • L’aumento dei parametri di accantonamento che i dettami di Basilea 3 comportano ha come conseguenza una riduzione dei margini di guadagno.
  • Il secondo motivo è l’aumento del rischio-imprese, certificato dal valore del credito deteriorato (ad oggi pari a oltre 200 miliardi lordi) e che unito al costo degli accantonamenti riduce i profitti delle banche stesse portate a preferire la vendita di televisori rispetto al fare credito.

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Banca

 

Questi 2 motivi uniti renderanno:

  • molto rigidi i listini prezzi,
  • molto difficili sconti e trattative soprattutto per i rating meno buoni e le imprese impreparate al nuovo approccio. 

Per le imprese tirate con scarsa attenzione alla componente finanziaria significa comunque in piena DEFLAZIONE affrontare tassi quasi sempre tra il 4% e il 9% sul breve termine (a cui va aggiunto il 2% per la Commissione Disponibilità Fondi) e oltre il 3-5% per il medio-termine.

L’impatto degli oneri finanziari sul conto economico si avvicina per queste aziende distratte a 8 p.p sull’utilizzo medio che significa a spanne €80.000 per un debito intorno al milione l’anno.

Non pochi soldi.

Tutto questo mentre in Danimarca si riceve indietro l’interesse dalla banca per aver  acceso un mutuo anni prima.

 

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Concretamente significa che :

  • o si producono margini lordi del 15-20%
  • o ammortamenti e oneri finanziari si mangiano tutto lavorando poi alla fine solo per pagare le banche.

PS: In un altro mio video sul mio canale Bilancio Utile dico che c’e’ una soglia nel rapporto Oneri Finanziari su Margine Operativo Lordo oltre la quale conviene farsi vedere da uno bravo.

E non parlo di un  medico specializzato in psichiatria ma di un consulente esterno che certamente può in questo aiutarvi.

 

Terzo e ultimo punto:

3) La rigidità delle banche è altissima.

Poiché le banche stesse sono attratte nel vortice del rischio e devono mettersi in salvo (con la liquidità messa in circolo dalla BCE) potete immaginare quanta poca elasticità e comprensione possano avere oggi verso i vostri problemi.

Non troverete comprensione.

L’approccio morbido al cliente è saltato.

Sia perché nei mucchi di crediti deteriorati oggi da gestire per le banche ci sono troppi comportamenti scorretti (da una e dall’ altra parte)

Sia perché dall’alto sono state rapidamente cancellate quasi tutte le aree di discrezionalità affidate ai Direttori e quindi

SE LA MACCHINA DEL RATING DICE NO  

È NO.

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Gli imprenditori che si sono recati ultimamente in banca in questi ultimi mesi se ne stanno accorgendo e rimangono stupiti e delusi.

Alcuni mi dicono:

ma io non ho fatto nulla di strano e la banca non si è mai comportata così….

È questo il motivo….

In questa frase c’è la soluzione!!!

MA IO NON HO FATTO NULLA!!!!

Il credito facile è finito per sempre, ora si passa per un periodo di credito difficile, razionale e razionato.

Se sarà credito INTELLIGENTE, come tutti si augurano, dipenderà solo da voi IMPRENDITORI e dal modo in cui vi presenterete.

Permettere alla banca di avere 4 occhi per:

  1. giudicare rischi,
  2. non comprare al buio piani di crescita fantasiosi,
  3. valutare il reale valore di mercato degli immobili

ma soprattutto dimostrare che il capitale prestato a voi sarà restituito dipenderà da voi e dalla vostra capacità di vendere la vostra Impresa e il vostro progetto.

Se saprete giocare al gioco del credito con queste regole >>>> Troverete bancari disponibili.

Se non saprete giocare al gioco del credito >>>> Troverete porte sbarrate. 

  • La consegna di un business plan (serio) non sarà più un gesto sporadico.
  • Le previsioni del proprio cash flow un qualcosa di necessario.
  • Avere un bilancino provvisorio sempre pronto è la condizione indispensabile per avere credito a breve e medio termine.

Certo che gli “amici degli amici ” ci saranno ancora ma saranno sempre meno perché:

La vigilanza della Banca d’Italia unita alla paura dei vertici di essere scoperti e sanzionati renderà molto piccolo il perimetro degli imprenditori che non vogliono sottostare a queste regole e si affidano al consulente che “ha il genero che lavora allo sportello e può darci una mano”.

Le piccole imprese si devono preparare:

  • ad accantonare l’idea di un accesso privilegiato passando dai vertici che invece avranno le mani legate.
  • ad incontrare sempre più direttori di filiale attenti, preparati e preoccupati di non veder arrivare nuovi incagli
  • a dare risposte precise e trasparenti ai propri interlocutori se vogliono conservare il credito concesso.

I commercialisti si mettano in testa che chiudere i bilanci in perdita o con utili ridicoli per non pagare imposte e’ uno sport finito che può avere effetti nefasti sul credito disponibile.

Non è una battaglia tra banche e imprese ma queste ultime devono attrezzarsi – dentro casa propria – per affrontare questo compito.

Se vuoi capire come evitare che tutto questo succeda alla tua impresa richiedi una telefonata con me tramite l’apposita sezione ” Fai la tua Richiesta ” che trovi sul mio BLOG www.bilancioutile.com .

Sarò felice di ascoltarti!!

Buon futuro.

Tescari Alessandro 

 

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